Di pratiche di variazione catastale, dei loro tempi e dei loro costi, ti avevamo già parlato in un precedente articolo.
Oggi approfondiamo il discorso parlando della pratica catastale più comune: la richiesta di variazione per diversa distribuzione interna.
Hai mente di ristrutturare casa? E’ questo uno dei casi in cui devi aggiornare la planimetria. Le modifiche che farai agli ambienti per personalizzare la tua casa necessitano, infatti, di un aggiornamento. Aggiornamento che va fatto sia in Comune sia in Catasto. La pratica catastale, o DOCFA ti permette di comunicare al Catasto (oggi detto Agenzia delle Entrate) le variazioni fatte.
Per effettuare una pratica catastale bisogna innanzitutto fare un sopralluogo molto accurato dell’immobile.
Si fa un rilievo metrico di tutti gli ambienti, compresi aperture, vani scala ed eventuali pertinenze esclusive (es. cantine e corti). Una volta rilevato l’immobile e individuate le sue caratteristiche si continua il lavoro in ufficio.
Bisogna ridisegnare l’immobile rilevato e impaginarlo in moduli che ci fornisce l’Agenzia delle Entrate.
La fase successiva consiste nella compilazione del programma DOCFA, programma fornito dall’Agenzia delle Entrate (ex Catasto) . L’Agenzia attribuisce una rendita in base alla quale si pagheranno le tasse di quella unità immobiliare.
In particolare, il programma si divide in vari moduli in cui si descrivono: le caratteristiche dell’edificio in cui è posta l’unità immobiliare, l’unità immobiliare oggetto di accatastamento e il tipo di variazione che andremo a effettuare.
Per completare la fase del programma bisogna caricare il disegno e specificare le diverse destinazioni d’uso interne e rispettive superfici, per individuare l’effettiva rendita catastale dell’immobile. Questa pratica è la denuncia di variazione e va fatto quando si apportano modifiche interne ad un immobile, ad esempio quando si spostano o si eliminano muri per variare la distribuzione interna.
Le pratiche catastali non vengono effettuate solo per aggiornare la planimetria per diversa distribuzione degli spazi.
Tra le più comuni ci sono quelle di fusione, divisione e cambio di destinazione d’uso. Queste pratiche, però, sono più complesse in quanto implicano la soppressione dell’attuale subalterno e la costituzione di nuovi, la rappresentazione di parte o tutto il fabbricato insieme all’indicazione di tutti gli immobili presenti nella palazzina.
E’ fondamentale ricordare che quando si decide di fare una variazione in un immobile non bisogna aggiornare solo il Catasto ma anche il Comune. Il Comune, infatti, ha dei propri archivi a parte che non si aggiornano automaticamente presentando una variazione catastale.
In certi casi le pratiche comunali, siano esse edilizie o urbanistiche, possono essere anche molto onerose, come nel caso della divisione di un appartamento in 2 o più unità immobiliari. Un altro esempio è quando si cambia la destinazione d’uso di un’unità da abitativa ad ufficio. Oltre alla pratica vera e propria bisogna, infatti, considerare i tributi richiesti dal Comune per l’aumento del carico urbanistico.
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